idrocefalo normoteso trattamento: la derivazione liquorale
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Idrocefalo Normoteso - La Derivazione Liquorale
La derivazione ventricolo-peritoneale (DVP)
La Derivazione Ventricolo-Peritoneale (DVP) rappresenta oggigiorno il trattamento di scelta dell’Idrocefalo Normoteso. Tale procedura mira a drenare il liquor presunto in eccesso, da ostacolato deflusso e ridotto riassorbimento, in direzione di una cavità sierosa, in questo caso il peritoneo, dalla quale potrà successivamente essere riassorbito. L’uso delle derivazioni o shunt liquorali ha reso l’idrocefalo una delle patologie neurologiche suscettibile di trattamento chirurgico e quindi reversibile e permette di ottenere eccellenti risultati quando segue un’accurata selezione dei pazienti.
Tutti i sistemi di derivazione sono costituiti da un catetere ventricolare, una valvola ed un drenaggio peritoneale. La valvola consente il flusso del liquor in una sola direzione (dal ventricolo alla periferia). La sua apertura avviene solo ad un determinato valore di pressione liquorale intracranico e la sua chiusura quando questo valore scende al di sotto del valore per il quale quella data valvola è stata progettata. In relazione alla pressione di apertura della valvola si distinguono sistemi di derivazione a bassa, media ed alta pressione che aprono rispettivamente con pressioni pari a 5, 10 e 15 mmHg.
Tutti i sistemi di derivazione sono costituiti da un catetere ventricolare, una valvola ed un drenaggio peritoneale. La valvola consente il flusso del liquor in una sola direzione (dal ventricolo alla periferia). La sua apertura avviene solo ad un determinato valore di pressione liquorale intracranico e la sua chiusura quando questo valore scende al di sotto del valore per il quale quella data valvola è stata progettata. In relazione alla pressione di apertura della valvola si distinguono sistemi di derivazione a bassa, media ed alta pressione che aprono rispettivamente con pressioni pari a 5, 10 e 15 mmHg. Già da diversi anni vengono inoltre impiantate Valvole Programmabili, ossia valvole con resistenza variabile che in qualsiasi momento durante il decorso clinico postoperatorio possono essere regolate dall’esterno senza alcun trattamento chirurgico in base alle necessità del paziente. Generalmente la regolazione avviene mediante l'applicazione sulla cute sovrastante la valvola, di un campo magnetico in grado di ruotare una sorta di "rubinetto interno" alla valvola che di conseguenza aumenta o riduce il transito liquorale attraverso di essa. L'impianto di valvole programmabili permette di ottenere il risultato ottimale ed evitare eventuali complicanze da iperdrenaggio. Pazienti infatti che non migliorano con valvole regolate a valori medi di apertura possono manifestare un miglioramento clinico dopo la riprogrammazione delle valvole a valori di resistenza più bassi. Diminuendo la resistenza offerta dalla valvola si produce un maggior drenaggio.
La derivazione ventricolo-atriale (DVA)
La derivazione ventricolo atriale (DVA), permette il deflusso del liquor dai ventricoli cerebrali all’atrio destro del cuore. Il catetere atriale è inserito generalmente, a livello del collo, nella vena giugulare esterna. Da qui, con controllo Rx o ecocardiografico transesofageo, il catetere viene fatto avanzare fino a raggiungere l’atrio cardiaco destro. Questo tipo di derivazione permette il deflusso liquorale dai ventricoli cerebrali al circolo sanguigno.
Per le sue possibili complicanze, maggiori rispetto a quelle della derivazione ventricolo-peritoneale (DVP), la DVA, nel trattamento dell'idrocefalo normoteso, è una procedura di seconda scelta riservata a quei pazienti in cui la DVP non appare ottimale. Tra questi rientrano pazienti obesi o pazienti che per pregressi interventi all'addome hanno una compartimentalizzazione della cavità peritoneale e una ridotta capacità di riassorbimento. Ciò porterebbe alla formazione di raccolte liquorali saccate in addome che contrasterebbero, per gradiente pressorio, il regolare deflusso di liquor dai ventricoli al peritoneo. In conclusione, quando la sede tradizionale per il deflusso del liquor, non può essere sfruttata, il neurochirurgo può utilizzare altri siti nel corpo più favorevoli a particolari circostanze del paziente, accettando tuttavia, maggiori, seppur limitate , complicanze come le aritmie atriali, danno alla parete cardiaca, formazione di trombi o emboli.